ALBERTO CONTADOR
Corridore indomito e coraggioso, lottatore e capace
di centrare gli obiettivi prefissati.
Alberto Contador nasce il 6 dicembre 1982 a Pinto, non lontano da Madrid, dove è tornato a risiedere dopo aver lasciato le corse nel 2017.
È il terzo di quattro fratell: il primogenito Francisco Javier gli fa scoprire il ciclismo per il quale lascia il calcio e l’atletica, praticati in gioventù. Professionista dal 2003, l’anno seguente rischia di morire per un aneurisma celebrale: il tempestivo intervento chirugico lo rimette in sella fortificato.
Passista scalatore, brillante anche a cronometro, il suo palmerés annota successi plurimi nelle tre grandi corse a tappe: che lo pongono nel Gotha del ciclismo di ogni tempo: nel 2007 vince il primo Tour de France; nel 2008 il Giro e la Vuelta; nel 2009 fa suo il secondo Tour.
Nel 2010 vince il terzo Tour ma questo successo gli sarà revocato, unitamente al secondo Giro vinto nel 2011: la sentenza viene dal Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna e sanziona le tracce di clembuterolo rilevate nel 2010 in un controllo antidoping.
Il provvedimento lo raggiunge dopo 500 giorni, e i due anni di squalifica, già scontati, gli costano tutti i successi colti nel periodo.
Immediato il suo successo nella Vuelta 2012, triplicato nel 2014. Nel 2015 fa ancora suo il Giro d’Italia.
Il suo ultimo acuto è la vittoria nella tappa dell’Angliru che gli vale il saluto commosso di Madrid alla conclusione della Vuelta a España del 2017.
L’ex campione è ora ambasciatore di Trek, collabora con ASO, la Società del Tour de France per il progetto l’Etape du Tour con gare amatoriali che si svolgeranno in giro per il mondo ed è commentatore tecnico per Eurosport.
Ma l’impegno che sta più a cuore a Contador è quello con la sua Fondazione, e non solo per la squadra under 23 il cui manager è Ivan Basso.
Si adopera infatti per sensibilizzare le persone a prevenire l’insorgere dell’ictus.